DA PIORACO A CAMERINO
Pioraco è un piccolo paese incastonato tra i monti, ricco di natura e di percorsi storici, come la via Francescana, in un delicato rapporto fra modernità e passato. È il paese delle acque, pure del fiume Potenza e dello Scarzito, delle preziose storie, come quella della carta, e del legame antico con i da Varano, che qui possedevano le gualchiere. Storie come quelle del piccolo drago, riportato in filigrana in uno dei documenti più antichi della cartiera di Pioraco, che oggi ci indica la Via della Carta. Dal centro si scende per l’antica via Camellaria, e passata la Chiesa del SS. Crocifisso, per strade secondarie, si arriva alla fraz. Seppio, per poi continuare verso Camerino.
CENNI STORICI
L’antico insediamento, posto in età romana lungo un frequentato diverticolo della Flaminia, assume in età medievale la fisionomia di centro manifatturiero di rilevanza nazionale ed europea. Fin dal Duecento vi si produce carta destinata all’esportazione nei grandi mercati del tempo, con il supporto tecnologico, commerciale e finanziario della contigua Camerino, con cui condivide per secoli la gestione del complesso sistema produttivo. Il breve e suggestivo asse viario che unisce Pioraco a Camerino, via Seppio fino ‘all’antica porta Angelesca’, nel Medioevo e nella prima età moderna aveva un duplice ruolo: quello di “via della carta”, che affluiva copiosa nei numerosi fondaci della città, e di innesto con l’antica via romano-lauretana. Quest’ultima era frequentata da numerosi pellegrini in direzione delle “città sante” di Roma e Loreto, in un’epoca in cui declinava il ruolo strategico della Flaminia e dei suoi diverticoli. Ad oggi non abbiamo tracce della porta Angelesca, ma rimane un accesso alla Città da fuori mura.
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