Globo di Matelica

Globo di Matelica

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Museo Archeologico delle Marche di Ancona +39 071 202606
Via Gabriele Ferretti, 6, Ancona, presso il Museo Archeologico delle Marche di Ancona

Essendo ospitato all'interno del Museo Archeologico delle Marche di Ancona, le visite sono soggette agli orari del museo:

  • lunedì: chiuso
  • martedì, mercoledì: 08:30 - 13:30
  • da giovedì a sabato: 8:30 - 13:30
  • domenica: 14:00 - 19:30

Oggetto estremamente raro, quasi unico al mondo, di particolare interesse scientifico oltre che storico e archeologico, è la sfera di marmo iscritta utilizzata come orologio solare.

Rinvenuta in circostanze del tutto fortuite nel 1985 durante i lavori di ristrutturazione di alcuni ambienti del piano terra del Palazzo del Governo, è custodita presso il Museo Archeologico delle Marche di Ancona. Una copia della sfera è conservato all’interno del Teatro Comunale “G. Piermarini”.

La sfera, che ha un diametro corrispondente quasi ad un piede romano (cm 29,3), presenta in superficie segni e lettere incisi:

  • nell’emisfero superiore sono delineate la linea dell’equatore e un meridiano tra loro perpendicolari;
  • dal polo della sfera alla linea dell’equatore corre una fila di tredici fori contrassegnati da lettere dell’alfabeto greco ( α, β, γ, ecc. ) corrispondenti ai numerali ( 1, 2, 3, ecc. ).
  • vi è tracciato, inoltre, un diagramma costituito da tre cerchi concentrici corredati da nomi in greco, abbreviati e non, che indicano il solstizio invernale, le costellazioni dello Zodiaco e il solstizio estivo.
  • nella parte inferiore si conservano due incavi, di cui quello più grande e profondo doveva servire per il fissaggio ad un supporto.

 

Il funzionamento era regolato orientando la faccia iscritta della sfera a nord e usando come indicatore il confine tra la zona illuminata e la zona in ombra, che si spostava sulla superficie della sfera. Poteva essere così utilizzata come calendario, in base alla posizione dell’ombra sul diagramma a cerchi concentrici nei tratti indicati dai segni zodiacali, e come orologio seguendo il passaggio dell’ombra sui fori numerati corrispondenti alle ore diurne; la funzione di mostrare il rapporto temporale tra il giorno e la notte per ogni periodo dell’anno si manifestava attraverso i cerchi concentrici e l’arco che li interseca.

E’ uno strumento scientifico sofisticato, che richiede conoscenze matematiche, geometriche e astronomiche sia in fase di costruzione sia per il suo utilizzo. Anche se può funzionare alla stregua di una comune meridiana, la tecnica usata per la sua realizzazione e la complessità delle informazioni che scaturiscono dalla sua consultazione ne fanno un oggetto adatto a dimostrazioni scientifiche.

La concezione di base che lo ha prodotto, il tipo di marmo e la scrittura ne fanno un prodotto greco che trova confronti solo in un altro esemplare rinvenuto in Grecia, nel santuario di Hera a Prosymna, presso Argo.

L’interesse per questo tipo di strumenti e per i principi scientifici su cui si basano troverà diffusione a Roma nel I secolo a.C., sotto l’impulso della riforma del calendario introdotta da Augusto e della grandiosa realizzazione dell’orologio-calendario del Campo Marzio. La riproduzione di sfere molto simili a quella di Matelica in raffigurazioni pittoriche e scultoree della prima età imperiale hanno permesso di individuare elementi di confronto e di riferire l’orologio solare sferico di Matelica ai secoli I-II d.C.: tale datazione concorderebbe con quella dell’edificio di età romana all’interno del quale è stato ritrovato.

 

Se siete ancora curiosi, guardate anche il video sul Globo di Matelica e la sua Ricostruzione 3D

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