Essendo ospitato all'interno del Museo Archeologico delle Marche di Ancona, le visite sono soggette agli orari del museo:
Oggetto estremamente raro, quasi unico al mondo, di particolare interesse scientifico oltre che storico e archeologico, è la sfera di marmo iscritta utilizzata come orologio solare.
Rinvenuta in circostanze del tutto fortuite nel 1985 durante i lavori di ristrutturazione di alcuni ambienti del piano terra del Palazzo del Governo, è custodita presso il Museo Archeologico delle Marche di Ancona. Una copia della sfera è conservato all’interno del Teatro Comunale “G. Piermarini”.
La sfera, che ha un diametro corrispondente quasi ad un piede romano (cm 29,3), presenta in superficie segni e lettere incisi:
Il funzionamento era regolato orientando la faccia iscritta della sfera a nord e usando come indicatore il confine tra la zona illuminata e la zona in ombra, che si spostava sulla superficie della sfera. Poteva essere così utilizzata come calendario, in base alla posizione dell’ombra sul diagramma a cerchi concentrici nei tratti indicati dai segni zodiacali, e come orologio seguendo il passaggio dell’ombra sui fori numerati corrispondenti alle ore diurne; la funzione di mostrare il rapporto temporale tra il giorno e la notte per ogni periodo dell’anno si manifestava attraverso i cerchi concentrici e l’arco che li interseca.
E’ uno strumento scientifico sofisticato, che richiede conoscenze matematiche, geometriche e astronomiche sia in fase di costruzione sia per il suo utilizzo. Anche se può funzionare alla stregua di una comune meridiana, la tecnica usata per la sua realizzazione e la complessità delle informazioni che scaturiscono dalla sua consultazione ne fanno un oggetto adatto a dimostrazioni scientifiche.
La concezione di base che lo ha prodotto, il tipo di marmo e la scrittura ne fanno un prodotto greco che trova confronti solo in un altro esemplare rinvenuto in Grecia, nel santuario di Hera a Prosymna, presso Argo.
L’interesse per questo tipo di strumenti e per i principi scientifici su cui si basano troverà diffusione a Roma nel I secolo a.C., sotto l’impulso della riforma del calendario introdotta da Augusto e della grandiosa realizzazione dell’orologio-calendario del Campo Marzio. La riproduzione di sfere molto simili a quella di Matelica in raffigurazioni pittoriche e scultoree della prima età imperiale hanno permesso di individuare elementi di confronto e di riferire l’orologio solare sferico di Matelica ai secoli I-II d.C.: tale datazione concorderebbe con quella dell’edificio di età romana all’interno del quale è stato ritrovato.
Se siete ancora curiosi, guardate anche il video sul Globo di Matelica e la sua Ricostruzione 3D
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