Monastero e Chiesa di San Francesco

Monastero e Chiesa di San Francesco

Monastero e Chiesa di San Francesco

-NON VISITABILE-

Sorge intorno alla metà del XIII secolo e subito acquista forse ascendenza sulla popolazione tanto da indurre il consiglio comunale del 1663 a decidere di intercedere presso il Vaticano che aveva scomunicato i PP. Francescani matelicesi.

Dell’originaria costruzione è rimasto solo il portale romanico di base ma mostra una ricerca verso forme architettoniche più complesse.

La radicale modifica avviene tra il 1653 e il 1719 anno in cui si cercano aiuti economici.

Il monastero, seppur in disuso, consta di due chiostri, mentre la chiesa venne ristrutturata nel 700 arricchita dal moderato stile barocco e la struttura (ampliata) si sostanzia nella navata centrale che si apre nelle cappelle laterali, più prevalente in quelle di destra che hanno assunto un’importanza preponderante e vi si conservano opere di rilevanza notevolissima che compongono una piccola pinacoteca.

Tra le più importanti :

 

  • “Il Purgatorio” di Ercole Ramazzani (1586-I cappella), tra le anime del purgatorio al centro del dipinto, si presume raffigurato Antonio Maria Ottoni. La parte centrale del dipinto assume una dinamicità vorticosa e fortemente emotiva, che si contrappone ala immobilità delle figure dei santi che assistono all’avvenimento. Dello stesso autore Ascensione (1574 V cappella – parete destra) nella parte centrale è raffigurata la Madonna, il dipinto è tripartito sempre in verticale e la l’immagine del Cristo è massiccia nella sua corposità, lo schema del quadro è a croce e l’autore si è lasciato sfuggire inesattezze prospettiche e i gesti di alcuni personaggi sono eccessivamente enfatici e teatrali.
  • Madonna in Trono con Santi di Eusebio da San Giorgio (1512 V cappella – parete sinistra) di diretta ascendenza raffaellesca è il perfetto San Giovannino accovacciato ai piedi della Madonna nell’atto di indicare con fare scherzoso dei versetti con un libro aperto di fronte a sant’Antonio da Padova, i tre libri presenti nel dipinto intorno a cui si concentrano i personaggi rappresentano i tre miracoli di sant’Antonio.
  • Vergine con Bambino e Santi di Francesco di Gentile ( II metà del 400 – IV cappella) trittico di impronta umbra.
  • Madonna con bambino in trono di Marco Palmezzano (1501- II cappella) la tavola è costituita da due composizioni principali e da 11 secondarie distribuite nei pilastrini laterali e nella predella.
  • Adorazione dei Magi (1566-VI cappella) di Simone e Gianfrancesco da Caldarola il dipinto è affollato di personaggi che danno la possibilità al pittore di raffigurare con meticolosa precisione, vari tipi umani, atteggiamenti sociali e costumi cinquecenteschi, la scelta coloristica appiattisce il movimento dell’insieme , il coro di angeli è molto aggraziato. Martirio di Santo Stefano(1569-VI cappella) Simone e Gianfrancesco da Caldarola.
  • Cappella della Passione (chiostro). Giovanni Petronio di Pesaro, commissario pontificio fece dipingere la cappella, il cui ciclo pittorico si compone di 15 riquadri che rievocano la passione di Cristo.

 

La parete di fondo è occupata da una Crocifissione.

Dell’affresco San Francesco e il povero (coro XIV sec.) l’autore è, con tutta probabilità, appartenente alla cerchia di Giotto Paliotto dell’altare maggiore esempio di arte ebanistica seicentesca, la sacrestia il cui aspetto decorativo è affidato alle cariatidi tutt’altro che pudiche mal si accorda con l’esuberanza narrativa e decorativa delle trecentesco paliotto.

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