
Il fascino discreto di un antico avamposto romano, il colore delle pietre medievali, la leggiadria di un pittoresco paese dell’Appennino ben si compendiano in PIORACO. Incastonato in mezzo a tre monti che lo sovrastano – il Primo, il Gemo ed il Gualdo – il borgo, che proprio per la sua posizione regala ai suoi visitatori meravigliosi ambienti naturali, si apre a ponente sulla vallata del Potenza. E proprio lì dove le acque del fiume lo attraversano – dando vita ad una serie di cascate, gorghi, fosse e forre create da anni ed anni di erosione – inizia il più caratteristico dei numerosi sentieri presenti in questa località: “Li Vurgacci”.
Qui, immersi nel verde, camminando su ponti e passerelle di legno per circa 500 metri, si possono osservare resti di età romana ed incontrare anche creature spaventose. Si tratta di sculture nella roccia, realizzate dalle sapienti mani dell’artista Antonio Ciccarelli, che ravvivano un angolo a loro dedicato: “La Fossa dei Mostri”.
Molto noto per la produzione della carta, il paese ha voluto dedicare a quest’attività distintiva un prezioso spazio espositivo: il Museo della Carta e della Filigrana, che ha sede presso il Polo Museale, in via Antonino Pio 1. Il museo raccoglie filigrane artistiche e carte filigranate, per lo più appartenenti al periodo compreso tra i secoli XIV e XIX, che testimoniano la lunga evoluzione della fabbricazione di questo prodotto dalle origini fino ai nostri giorni. L’antica arte – che si tramanda per merito dei mastri cartai che trasmettono la loro abilità di generazione in generazione – viene poi fatta rivivere nella Gualchiera Prolaquense, grazie alla presenza della quale è possibile assistere alla fabbricazione manuale della carta con strumenti e tecniche tipiche del Trecento.
All’interno del Polo Museale si possono trovare anche il Museo dei Fossili, con oltre 1200 reperti comprendenti pezzi di notevole rarità, e il Museo dei Funghi, che raccoglie circa 200 modelli di funghi realizzati in gesso che riproducono in maniera straordinaria nelle forme e nei colori le diverse specie esistenti.
Numerosi anche i luoghi d’interesse architettonico ed artistico:
la Chiesa di San Francesco (attualmente inagibile), costruita nel primo ventennio del XIV secolo, annessa all’adiacente convento francescano, conserva all’esterno linee romanico-gotiche, un’abside poligonale in pietra calcarea, un’elegante finestra con bifora sopra il portale, un dipinto attribuito al pittore Arcangelo di Cola;
il Santuario della Madonna della Grotta è parzialmente incastonato nella roccia e protegge la statua della Madonna la cui festa ricorre ogni tre anni;
la Chiesa di San Vittorino, antichissima e plebana, costruita sui resti di un tempio romano, pur avendo perso la sua originaria architettura romanica serba tracce di affreschi e un battistero in pietra del 1646. In essa sono custodite le spoglie di S. Vittorino, il patrono di Pioraco, cui è intitolata anche una suggestiva grotta – corrispondente al luogo in cui il santo si ritirò in penitenza – che si apre su un fianco del Monte Gualdo;
sorge invece fuori dell’abitato, sulla riva sinistra del fiume Potenza dove è possibile vivere rilassanti passeggiate, la Chiesa del Santissimo Crocifisso, sede di un pregevole dipinto attribuito a Girolamo di Giovanni raffigurante proprio il Crocefisso cui successivamente fu dedicata;
la frazione di Seppio ospita la Chiesa della Madonna delle Lacrime, nota soprattutto perché al suo interno è collocata la tavola che dà il nome al luogo, un’opera del 1466 di Giovanni Boccati.
Per gli amanti dell’arrampicata, tappa obbligata alla falesia di Pioraco.
Questo percorso, che snoda su ponti e passerelle di legno, unisce alla bellezza della natura la vicinanza al centro storico del paese. Inizia dove le acque del fiume Potenza attraversano Pioraco, nel luogo in cui prendono vita, quasi magicamente, cascate, gorghi, fosse e forre create da anni ed anni di erosione, e comprende anche alcune aree di sosta dove è possibile fermarsi per un bel picnic.
Qui potrete vivere un’esperienza a cui difficilmente potrete approcciare di nuovo: la creazione a mano di fogli di carta dalla gualchiera, che vi consentirà anche di assistere all’incredibile impiego di strumenti e tecniche tipiche del Trecento.
Ad agosto, non perdete questo appuntamento che, con stand gastronomici aperti a pranzo e cena, rende omaggio ad una delle più incredibili squisitezze che si possano assaggiare sul territorio: un crostaceo di una dolcezza e di una aromaticità uniche.
Cercate un ricordo del borgo che vi consenta di riviverne lo spirito? Non potete fare a meno di acquistare, allora, uno dei preziosi manufatti in filigrana prodotti nella straordinaria Gualchiera Prolaquense.
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